Microservizi o Monoliti: quale architettura scegliere per il tuo prodotto digitale?
Vediamo insieme la miglior architettura per te.
Quando si parla di sviluppare un software o un'app, una delle prime domande che un'azienda si pone è quale struttura tecnica adottare: microservizi o monoliti? La scelta tra un'architettura monolitica e una basata su microservizi non è solo una questione prettamente tecnica, ma una decisione strategica che può influenzare tempi, costi e capacità di crescere nel tempo.
È un bivio che ogni CTO o manager si trova ad affrontare, e capire i pro e i contro di entrambe le opzioni è fondamentale per evitare passi falsi. Non c'è una risposta giusta per tutti: dipende da dove sei oggi, dove vuoi arrivare e quali risorse hai a disposizione.
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Il Monolito: semplicità e velocità, ma diversi limiti
Un'architettura monolitica è un po’ come costruire una casa in un unico blocco: frontend, backend, database e logica di business convivono in un'unica base di codice.
È un approccio intuitivo, che piace a chi vuole muoversi velocemente.
Se stai lanciando un MVP per testare un'idea – magari un'app per gestire le prenotazioni di un ristorante o un sistema interno per tracciare le spese aziendali – un monolito è spesso la scelta più pratica.
Scrivere e distribuire un'unica applicazione è più semplice, soprattutto per team piccoli o con budget limitati. Non dovrai preoccuparti di coordinare sistemi complessi o di configurare infrastrutture sofisticate e, in poche settimane, potresti avere un prodotto funzionante da mostrare ai clienti o agli investitori.
I vantaggi concreti del monolito
- Time-to-market rapido: sviluppo lineare e deployment immediato
- Costi iniziali contenuti: infrastruttura semplice e meno strumenti da gestire
- Debug più semplice: tutto il codice è in un unico posto, facilita il troubleshooting
- Ideale per team piccoli: meno coordinamento necessario tra i membri
I limiti del monolito
Ma, come detto, i monoliti hanno i loro limiti, e si fanno sentire quando il progetto cresce.
Immagina un'app che inizi a guadagnare migliaia di utenti: aggiungere nuove funzionalità diventa come ristrutturare una casa senza poter chiudere le porte. Un piccolo errore in una parte del codice può mandare in tilt l'intero sistema.
E se vuoi modernizzare il tuo stack tecnologico – magari passando da un vecchio framework a uno più recente – spesso devi affrontare una riscrittura quasi totale.
Per un'azienda che prevede una crescita costante o che opera in un settore con carichi di lavoro variabili, come un e-commerce durante i saldi, un monolito può trasformarsi in un collo di bottiglia.
Microservizi: flessibilità e scalabilità, maggiore complessità
I microservizi prendono un approccio opposto. Qui il software è diviso in moduli indipendenti, ognuno responsabile di una funzione specifica: autenticazione, pagamenti, notifiche, ricerca. Ogni microservizio è come un piccolo edificio in una città, che comunica con gli altri tramite API.
Questo ti dà una flessibilità enorme.
Se la tua piattaforma di streaming vede un'impennata di utenti, puoi potenziare solo il servizio di raccomandazione video senza toccare il resto. Oppure, se vuoi sperimentare una nuova tecnologia per una parte del sistema, puoi farlo senza stravolgere tutto.
I vantaggi concreti dei microservizi
- Scalabilità mirata: potenzi solo i servizi che servono, ottimizzando i costi
- Sviluppo parallelo: team diversi lavorano su servizi diversi contemporaneamente
- Resilienza: se un servizio va in down, gli altri continuano a funzionare
- Tecnologie diverse: ogni servizio può usare lo stack più adatto
Per aziende che puntano a una crescita rapida o che operano in mercati dinamici – pensiamo a una fintech che gestisce transazioni in tempo reale – i microservizi sono spesso la scelta naturale.
I limiti dei microservizi
Questa modularità, come intuirai, ha un prezzo. Costruire un sistema a microservizi è come progettare una città anziché una casa: serve un'infrastruttura più complessa, con strumenti come Docker o Kubernetes per orchestrare i vari servizi. Questo significa costi iniziali più alti e la necessità di un team con competenze avanzate in DevOps.
La comunicazione tra i microservizi deve essere impeccabile, altrimenti rischi problemi di latenza o dati incoerenti.
E poi c'è il monitoraggio: con tanti pezzi in movimento, tenere tutto sotto controllo richiede sistemi di logging robusti. Per un'azienda che non ha ancora un volume di utenti significativo o che opera con un team ristretto, questa complessità può essere eccessiva.
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Tre domande per orientarsi nella scelta
Come orientarsi, allora? Tutto si riduce a tre domande chiave.
- Quali sono i tuoi obiettivi di business?
Se vuoi lanciare un prodotto in poche settimane per testare il mercato, un monolito ti dà velocità e semplicità. Se invece stai costruendo una piattaforma che dovrà crescere esponenzialmente o integrarsi con altri sistemi, i microservizi offrono la flessibilità necessaria.
- Qual è il tuo budget? Un monolito richiede un investimento iniziale più contenuto, mentre i microservizi, con la loro infrastruttura più complessa, pesano di più all'inizio ma possono ripagarsi nel lungo termine attraverso costi operativi ottimizzati.
- Che tipo di team hai?
Un monolito è gestibile anche da un gruppo piccolo, mentre i microservizi richiedono competenze specializzate e una buona coordinazione tra DevOps, backend e frontend developers.
Casi pratici: quando le scelte fanno la differenza
lUn esempio può aiutare a chiarire.
Una startup di logistica ha lanciato un'app per tracciare le spedizioni usando un monolito. All'inizio tutto filava liscio:
- il sistema era semplice
- i costi contenuti
- l'app faceva il suo lavoro
Ma quando i clienti sono passati da centinaia a decine di migliaia, il sistema ha iniziato a rallentare.
Ogni aggiornamento richiedeva giorni di test per evitare crash. Passare a un'architettura a microservizi
ha permesso di separare il tracciamento, la fatturazione e le notifiche push, rendendo il sistema più veloce e scalabile senza interrompere il servizio.
Al contrario, un'agenzia di marketing che ha sviluppato un'app per gestire campagne pubblicitarie ha scelto di restare con un monolito. Il volume di utenti era prevedibile, le funzionalità non cambiavano spesso, e il team non aveva le risorse per gestire un sistema distribuito. Una decisione sensata, che ha permesso di mantenere i costi bassi e il focus sul core business.
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Posso usare un approccio ibrido?
Esiste anche una terza via, sempre più diffusa: l'approccio ibrido o "strangler pattern".
Inizi con un monolito per validare velocemente l'idea e costruire la base utenti. Man mano che cresci, estrai progressivamente funzionalità specifiche e le trasformi in microservizi.
Questo approccio riduce il rischio e permette una transizione graduale. Per esempio, potresti iniziare estraendo il servizio di pagamenti – che richiede alta disponibilità e conformità normativa – mentre tutto il resto rimane nel monolito.
Poi, con il tempo, aggiungi altri microservizi man mano che la necessità diventa evidente.
Pianifichiamo insieme la tua strategia
a anni lavoriamo con team distribuiti tra Italia e India.
Come avrai capito non esiste una formula magica. La chiave è pianificare con attenzione e, se possibile, lavorare con un partner come Huulke che sappia tradurre i tuoi obiettivi di business in una roadmap tecnica chiara.
Dividere il progetto in fasi verificabili – prototipo, sviluppo, test – ti permette di testare l'architettura scelta senza rischiare tutto in un colpo solo.
Se stai pensando al tuo prossimo prodotto digitale, prenditi un momento per valutare cosa ti serve davvero. Una chiacchierata con un team esperto può aiutarti a capire se un monolito o i microservizi sono la strada giusta per trasformare la tua idea in realtà, evitandoti costosi errori di percorso
Scrivici per capire insieme quale soluzione architetturale può far decollare il tuo progetto!!





